Milena Nicosia ha l’importuna creanza di ammassarti davanti la realtà, di dirti spudoratamente la sua complicata ovvietà. E di farti vedere che fatica c’è nel recupero di ciò che più o meno distrattamente hai lasciato cadere in fondo ai ripostigli della vita, che confusione si genera nel cercare di stabilire i prima ed i dopo, il sopra ed il sotto, l’evidenza ed il segreto. L’artista parla di sé. Utilizza materiali e temi della sua esperienza, si confronta con il passato e la memoria, si riferisce ad una dimensione personale che ha a che fare con l’immaginario e la sublimazione del ricordo, con una simbologia intima e soggettiva fatta di archetipi familiari e contestuali, di modelli comportamentali e relazionali, di laboriose maturazioni e di ricerche non terminate. Ma poi, il senso dell’accumulo e del rinnovato assestamento attenua i contorni e la precisione, il processo metamorfico, rigenerativo, combinatorio eccede nell’universale, mette a disposizione appigli per l’aggrapparsi e fissarsi dell’oggettività.
recensione di Francesco Giulio Farachi
pigmenti puri, carta di cotone, tela, legno
£314.06
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Milena Nicosia ha l’importuna creanza di ammassarti davanti la realtà, di dirti spudoratamente la sua complicata ovvietà. E di farti vedere che fatica c’è nel recupero di ciò che più o meno distrattamente hai lasciato cadere in fondo ai ripostigli della vita, che confusione si genera nel cercare di stabilire i prima ed i dopo, il sopra ed il sotto, l’evidenza ed il segreto. L’artista parla di sé. Utilizza materiali e temi della sua esperienza, si confronta con il passato e la memoria, si riferisce ad una dimensione personale che ha a che fare con l’immaginario e la sublimazione del ricordo, con una simbologia intima e soggettiva fatta di archetipi familiari e contestuali, di modelli comportamentali e relazionali, di laboriose maturazioni e di ricerche non terminate. Ma poi, il senso dell’accumulo e del rinnovato assestamento attenua i contorni e la precisione, il processo metamorfico, rigenerativo, combinatorio eccede nell’universale, mette a disposizione appigli per l’aggrapparsi e fissarsi dell’oggettività.
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