Pastello realizzato all'Accademia di Belle Arti di Firenze nelle aule di disegno dal vero del professore Adriano Bimbi. guardando questa modella ho visto tanti sentimenti e anche il sentimento del vuoto interiore, della tristezza e del nulla.
Ho dei ricordi bellissimi di Firenze e dell'Accademia di Belle Arti, gli anni più belli della mia vita!
Il disegno è su carta tinta alla maniera treccentesca, con colla animale e gesso e pigmenti.
L'artista prepara con cura tele, faesite, cartonlegno, legno ed ogni tipo di carta su cui andrà a dipingere o anche soltanto a disegnare, non opera mai senza questa lunga e lenta preparazione delle superfici, rendendole pronte ad accogliere il suo gesto fatto di segno-colore.
Secondo lei la superficie è la pelle del corpo pittura e allo stesso modo, come un corpo umano impregna di creme o di essenze profumate la sua pelle per prepararsi agli incontri esterni, che siano d'amore o di lotta o entrambi, questa pittrice impregna le sue tele o carte di colle speciali, di gesso fine o a scaglie, di cera vergine o di miele, seguendo rituali antichissimi che lei ha personalizzato per rendere unica la pelle della sua pittura.
Quando, dopo vari passaggi di imprimitura, lei ritiene che la superficie sia pronta continua agendo con il segno-disegno, che sia pastello o carboncino è sempre un'azione impetuosa, aggressiva, che mette a dura prova la superficie, ma, alla foga passionale del segno seguono le carezze riparatrici del pennello che, inzuppato di olio di papavero, essenza di trementina e vernice satinata, scioglie materialmente il segno avvolgendolo in un liquido protettivo quasi amniotico.
Questa pittura liquida è piuttosto irreprensibile, crea corrosioni e colature che l'artista insegue, dirige e modella con il piacere del dominio della tecnica ma anche con il gusto dell'imprevedibile, dell'indefinito e del misterioso che trapela da ogni macchia o rivolo di colore che autonomamente si crea. Così l'artista da vita a una pittura tra il finito e l'indefinito, tra l'insinuarsi e il nascondersi, tra l'illusione della bellezza e il dramma del reale.
carta, colla, gesso, pigmenti. pastelli, vetro sintetico legno
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Pastello realizzato all'Accademia di Belle Arti di Firenze nelle aule di disegno dal vero del professore Adriano Bimbi. guardando questa modella ho visto tanti sentimenti e anche il sentimento del vuoto interiore, della tristezza e del nulla.
Ho dei ricordi bellissimi di Firenze e dell'Accademia di Belle Arti, gli anni più belli della mia vita!
Il disegno è su carta tinta alla maniera treccentesca, con colla animale e gesso e pigmenti.
L'artista prepara con cura tele, faesite, cartonlegno, legno ed ogni tipo di carta su cui andrà a dipingere o anche soltanto a disegnare, non opera mai senza questa lunga e lenta preparazione delle superfici, rendendole pronte ad accogliere il suo gesto fatto di segno-colore.
Secondo lei la superficie è la pelle del corpo pittura e allo stesso modo, come un corpo umano impregna di creme o di essenze profumate la sua pelle per prepararsi agli incontri esterni, che siano d'amore o di lotta o entrambi, questa pittrice impregna le sue tele o carte di colle speciali, di gesso fine o a scaglie, di cera vergine o di miele, seguendo rituali antichissimi che lei ha personalizzato per rendere unica la pelle della sua pittura.
Quando, dopo vari passaggi di imprimitura, lei ritiene che la superficie sia pronta continua agendo con il segno-disegno, che sia pastello o carboncino è sempre un'azione impetuosa, aggressiva, che mette a dura prova la superficie, ma, alla foga passionale del segno seguono le carezze riparatrici del pennello che, inzuppato di olio di papavero, essenza di trementina e vernice satinata, scioglie materialmente il segno avvolgendolo in un liquido protettivo quasi amniotico.
Questa pittura liquida è piuttosto irreprensibile, crea corrosioni e colature che l'artista insegue, dirige e modella con il piacere del dominio della tecnica ma anche con il gusto dell'imprevedibile, dell'indefinito e del misterioso che trapela da ogni macchia o rivolo di colore che autonomamente si crea. Così l'artista da vita a una pittura tra il finito e l'indefinito, tra l'insinuarsi e il nascondersi, tra l'illusione della bellezza e il dramma del reale.
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